La Grecia inventò la democrazia. La mitologia greca ha forgiato il modo in cui l’Occidente guarda se stesso. La Grecia ha anche coniato il nome di questa penisola asiatica: Europa
“Al giorno d’oggi solo i criminali osano danneggiare gli altri, senza l’aiuto della filosofia” Robert Musil, L’uomo senza qualità
L’Odissea racconta che ci sono voluti dieci anni ad Ulisse per tornare a casa dopo la fine della guerra di Troia. I suoi discendenti stanno facendo la storia della casa originale della democrazia. E non vanno da nessuna parte. Hanno già posto la loro cavallo di Troia nella fortezza dell’intolleranza e dell’austerità. Non si può tornare indietro dopo il ripristino della dignità. E se le Muse dominano, si ritorna alla dracma.
Le cosiddette “istituzioni” dell’UE – insieme con i politici cosmicamente mediocri dei paesi ricchi dell’Unione Europea – tutti insieme, si sono comportati come barbari, dimostrando, graficamente, come tutta la costruzione kafkiana dell’UE ha un odio viscerale per la democrazia.
Bruxelles e Berlino hanno dimostrato che essi sono una continuazione del business dei cambi di regime. Aggiornando le gesta degli eccezionalisti in Iraq, nel 2003, hanno sostenuto la distruzione di un governo democraticamente eletto in Europa da uno Shock and Awe [1] economico. Sbavano all’idea di imporre una rinnovata austerità e un governo tecnocratico ad interim non eletto.
La scorsa settimana, una campagna spietata volta a diffondere la paura – attuata da Jeroen Dijsselbloem presidente dell’Eurogruppo e dal Presidente della Commissione Europea e opportunista certificato Jean-Claude Juncker – ha affermato che il voto non significa una Grexit [uscita della Grecia dall’Europa, NdT]. Ora la possibilità reale di un Grexit minaccia di distruggere l’euro.
La paura più grande di questi politici di mediocrità cosmica è che le altre democrazie europee – a partire dalla Spagna in autunno – risolutamente seguano l’esempio della Grecia, dicendo no all’ossessione dell’austerità.
Il semplice fatto che questo sta già accadendo, è l’ultimo atto di accusa contro la Troika, i cui abiti a taglia unica infilati alle economie dei paesi membri si traduce sempre in recessione, disoccupazione e povertà diffusa. La loro idea di Europa è morta e sepolta.
Tutto è insostenibile
Ora è davvero il momento delle Termopili [2]. Uccidere o morire. Non vi è ancora alcuna tabella di marcia, su come la Grecia può sopravvivere nella zona euro senza frantumare la sua società già ferita e sofferente. Ciò implicherebbe la fine delle politiche profondamente anti-europee.
Il vertice di martedì della Cancelliera Merkel con il presidente francese Hollande rivela la disperazione di politicanti cosmicamente mediocri. Merkel deve ora affrontare un vero e proprio rischio di passare alla storia come colei che ha causato il Grexit. E Grexit – tanto doloroso quanto può essere – rimane una soluzione.
Il debito greco è assolutamente insostenibile – come si dice in gergo giornalistico. Una qualche forma di ristrutturazione è inevitabile. Ciò significa che un nuovo piano di salvataggio deve essere elaborato dai ministri delle finanze della zona euro. Ci potrebbero volere settimane per forgiare un nuovo accordo. A breve termine, la Banca Centrale Europea (BCE) è su una corda tesa nel dover decidere cosa fare dal sistema bancario greco.
Il popolo greco ha beneficiato di meno del 10% dei 240.000.000.000 di euro dei salvataggi precedenti. Il 90% del denaro è stato utilizzato principalmente per disincagliare le banche commerciali tedesche e francesi – la Grecia ha dovuto chiedere prestiti di emergenza per pagarle. E per ottenere questi prestiti, ad Atene è stata imposta una spaventosa austerità da un neoliberismo sfrenato.


Il cavallo di Troia della democrazia si trova ora, silenzioso, nella fortezza dell’austerità. La battaglia sta per iniziare.
Fonte: vocidallastrada
N.d.T.
[1] “Colpisci e terrorizza” o dottrina del “dominio rapido“, una dottrina militare, basata sull’uso di una potenza travolgente.
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Termopili_(disambigua)